Un laminato di carbonio tagliato con il waterjet o simili...fino ad ora nessuno è ancora riuscito a realizzare un disco in carbonio per bicicletta che sia realmente performante e così di punto in bianco pensate che ci siano riusciti a 56 euro il pezzo dei carneadi spagnoli? La ceramica per me ce l'ha in testa chi li compra
E mi sbilancio ancor di più, secondo me oltre a non frenare una cippa sono anche pericolosi sia come struttura che come materiale (la resina dei normali compositi polimerizza in media tra i 120 ed i 150 gradi), il rischio di rottura e delaminazione non sono per nulla improbabili..
Come con i Kettle, ci si accorgerà che non frenano, prima diranno che servono le pastiglie giuste ma nemmeno loro sapranno consigliarvi quali, poi ci sarà una nuova versione rivisitata e dopo qualche mese spariranno...con i vostri soldi!
Pensiamo a come sono fatti i freni carboceramici per le auto, non hanno nulla a che vedere con quelli proposti fino ad ora non solo nel prezzo ma anche nella realizzazione molto complessa e che richiede stampi, lavorazioni e macchinari molto costosi. Vi è sempre una base della struttura stampata con fibra di carbonio a fibre corte altamente compattata con delle presse che viene poi rivestita con del carburo di silicio che viene fatto cementare a temperature oltre i 1000 gradi...vi sono poi dei cicli di tempra ulteriori.
Sulla bicicletta però non funzionerebbero nel senso che le temperature di esercizio sono troppo basse per avere il beneficio del superiore coefficiente di attrito.
Per un applicazione ciclistica secondo me la fibra di carbonio può servire per la struttura di base del disco, ma la pista frenante deve essere di un'altro materiale che sia molto più duro, più difficile da consumare e che trasmetta meno calore possibile al disco.
Bisogna poi utilizzare delle resine che resistano ad alta temperatura ed eseguire cicli di ricottura. A patto di trovare il giusto materiale per la pista frenante e come applicarlo, il tutto potrebbe far salire il costo del manufatto fino a renderlo un po' troppo elitario...
Detto questo, c'è un azienda qui in Italia che ha un idea molto interessante in merito ed un brevetto depositato...appena ci sarà più tempo disponibile sarà sviluppata ulteriormente e testata. I primissimi test hanno dato esito molto incoraggiante circa il coefficiente di attrito, potenza frenante e modulabilità...ora bisogna adeguare la struttura ed il processo per realizzarla