Beh, non posso che essere d'accordo con Marco sul fatto che i negozi italiani sono penalizzati per vari motivi a partire appunto dall'IVA e dalla pressione fiscale, passando poi per distributori che soffrono dei medesimi problemi e quindi praticano a loro volta prezzi più alti, di conseguenza il mercato è più contratto generando volumi più ridotti che consentono meno economie di scala...quindi la forbice si apre sempre!
L'unione europea che ci ha ridotto in questa condizione è fiscalmente un caos assoluto, come è possibile garantire la libera circolazione delle merci senza dazi e dogane tra paesi che hanno regimi fiscali diversi e non di poco...se io pago allo stato il 22% di IVA come faccio ad essere competitivo nei confronti ad esempio di un venditore del lussemburgo che paga poco più del 7%? 15 punti percentuali! Follia...
Poi sul fatto di dove acquistare in Italia o all'estero, certo eticamente sarebbe meglio acquistare in Italia ma mi rendo conto che se i prezzi sono molto diversi ed anche il servizio non è all'altezza diventa più problematico...
Di venditori seri in Italia ce ne sono comunque parecchi e qui sul forum ne avete un buon esempio, certo al momento non hanno l'assortimento e la "potenza di fuoco" dei grossi tedeschi ma stanno tutti pian piano crescendo e con un poco di ulteriore aiuto e fiducia potrebbero offrire una soluzione che non è più di solo ripiego...
Per ritornare in topic, la questione è semplice, se il giro di affari supera un certo volume stabilito nel paese di destinazione della merce, per poter continuare ad applicare l'iva del proprio paese l'azienda in questione dovrebbe avere un rappresentante fiscale nel paese di destinazione, con relativi costi aggiuntivi non proprio trascurabili che fanno si che l'azienda continua a vendere applicando però l'iva del paese di destinazione, non sarebbe la procedura da seguire ma non può essere considerato nemmeno un reato fiscale...