Un'ulteriore riflessione che sottopongo a franzanco (se vorrà esprimermi il suo parere
):
in un'altra discussione ho letto il tuo confronto tra il sistema retul e quello a telecamere (con marker non attivi), dove hai perfettamente spiegato la maggior precisione del retul, convincendomi totalmente.
Se ho capito bene, i due sistemi hanno il fine di misurare gli angoli della posizione che il ciclista assume durante la pedalata.
Il compito del biomeccanico, quindi, è quello di trovare quelle misure della bici che permettano al ciclista di assumere una posizione che rispecchi gli angoli "corretti" determinati sulla base della sua esperienza/database.
Se ciò è corretto, è indubbiamente migliore il sistema di misurazione più accurato (quindi il retul).
Alcuni centri di analisi biomeccanica mi sembra si affidino ad una diversa tecnica: le misure della bici "ideale" vengono determinate attraverso il c.d.powermeter.
In pratica, la posizione che il ciclista verrà ad assumere sulla bici "ideale" non è data dal rispetto di una regola generale (es. angolo del ginocchio dev'esser 150°) o dal confronto con un database, bensì viene determinata sulla base dei valori di potenza che egli esprime e che sono misurati dal powermeter.
Mi si permetta la seguente semplificazione:
- sistema retul: si misurano gli angoli e se questi non sono conformi a quanto stabilito dalle regole della biomeccanica si modificano le quote della bici.
- sistema powermeter: si misura in quale posizione il ciclista che effettua il test esprime la maggior potenza e di conseguenza si modificano le quote della bici, prescindendo da una regola generale e generica (che però ben può costituire base di partenza).
Due scuole di pensiero diverse?