I misuratori di potenza non hanno nessun accelerometro, effettuano la rilevazione della potenza attraverso attraverso una serie di estensimetri posti all’interno dello spider, del mozzo, dell'asse, etc, i quali trasmettono una frequenza tramutata poi in coppia torcente. Ripeto si tratta di una misura diretta, dunque magari al massimo può essere starato, ma non soffre del problema di differenze di attrito, di vento di peso o altre variabili.
Questo altro invece non misura direttamente alcuna deformazione prodotta dalla pedalata, bensì interpola alcuni dati rilevati e stima quanto possa essere la potenza.
In alcune condizioni ottimali potrà essere piuttosto vicino alla realtà, ma ad esempio nel fuoristrada rischia di essere davvero lontano dal fornire valori utili.
È proprio per questo che, almeno all'inizio vi erano maggiori difficoltà nell'usare powermeter con guarniture in carbonio ad esempio quello della Philips era (non so se adesso sia stato aggiornato) solo con quelle in alluminio
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Avevano problemi a definire una legge precisa che collega flessione del composito della pedivella alla spinta esercitata sul pedale.
In quel caso misura la deformazione della zona di ancoraggio del powermeter e sapendo che si deforma di X per una spinta Y nota, si può ricavare una legge che alla fine permette di sapere quanti watt stai "spingendo" per ogni valore di Y che imprime il pedale.
Sulle pedivelle carbon probabilmente la fabbricazione non precisamente uguale o un comportamento in generale diverso rendeva difficile questo.